domenica 10 gennaio 2021

STEP 28
LA SINTESI FINALE
Il cronometro marino è un oggetto che non fa sicuramente parte di quel gruppo di attrezzi più conosciuti ed utilizzati come un compasso, un contagiri o altro ma ciò non significa che non sia stato importante per l'evolversi dell'uomo sia nel singolo che nella società, incarnando perfettamente lo spirito di avventura e di sfida a questa grande distesa di mare governata dal severo dio Poseidone (Step 20) ricoprendosi di storie e miti, tra cui quello del Pomandro (Step 7).
Un oggetto forse strano, forse curioso, caratterizzato sicuramente dalle sue anatomie meccaniche precise e studiate al dettaglio (Step 16) rese possibili da dei materiali specifici (Step 8) ed un glossario (Step 3) di parti particolareggiato ma soprattutto molto ricco.
La specificità dei materiali non è casuale in quanto il cronometro deve rispondere a determinate esigenze funzionando in condizioni particolari, una specie di "chimica" del funzionamento (Step 26) data dai diversi agenti che influiscono sul suo esercizio.
Proprio questa sua natura lo rende protagonista di uno studio specifico, non solo per gli aspetti prima sottolineati, ma su tanti altri, uno su tutti le modalità d'uso (Step 22) che sono andate poi ad evolversi in un sistema digitale che è ormai pane quotidiano data la presenza degli smartphone nelle mani di più grandi e piccoli, ovviamente si parla del sistema GPS.
La curiosità del caso non si ferma solo agli aspetti tecnici, sicuramente non sarà una coincidenza, perchè proprio il suo inventore John Harrison (Step 9) è il primo ad essere fuori dagli schemi, essendo stato etichettato come un "orologiaio testardo" definibile forse ossessionato dal funzionamento della sua creatura tanto da fargli cercare la perfezione partendo proprio dagli ingranaggi dei suoi vecchi modelli (Step 2) per poi coronare il tutto con la nascita del suo "figliol prodigo" H4. Harrison può essere contento del suo operato, dato che gli ha permesso di essere anche il protagonista del film "Longitude" (Step 12) ispirato al libro di Dava Sobel, uno dei tanti libri e manuali scritti su questo affascinante argomento. (Step 10).
Da studente di grafica mi ha molto colpito l'eleganza e la pulizia dei colori e delle geometrie dei quattro francobolli britannici dedicati al cronometro (Step 18) tanto da ispirare il sottoscritto a creare un simbolo (Step 6) adatto a rappresentarlo in uno stile minimal e di classe, che si adattasse al classico aplomb inglese. Gli aspetti grafici che hanno ottenuto gran risalto non sono solo questi però, infatti è sicuramente da sottolineare l'evoluzione delle pubblicità (Step 13), dai classici vecchi poster a risvolte un po' più pop con l'utilizzo di fotografie e fotomontaggi, un'evoluzione simile a quella meccanica, dagli ingranaggi che manifestano al massimo tutti i numeri della storia (Step 15) di questo oggetto al prima citato sistema GPS.
Ma c'è davvero così tanta evoluzione? Così tanta ricerca? Certamente! Basti notare i brevetti (Step 17) che mostrano come ogni parte sia studiata minuziosamente per poter apportare modifiche adatte ad un miglioramento generale del funzionamento. Non mancano certamente i modi per testare questo progresso, infatti se in passato si parlava di Longitude Act adesso ogni marca ha le proprie certificazioni (Step 23), nonostante la più conosciuta sia la COSC ovvero Contrôle Officiel Suisse des Chronomètres con sede in Svizzera, nazione protagonista per i marchi costruttori (Step 11) dell'oggetto, ma si sa, gli orologi svizzeri sono conosciuti in tutto il mondo.
Ma perchè è nato? Beh, facile, la necessità di conoscere la propria longitudine anche in mare aperto, cosa che ha influenzato molto il principio di funzionamento (Step 5) dietro questo oggetto complesso, figlio della meccanica e non solo, perchè la geografia (Step 4) è parte assolutamente integrante di questo vasto progetto perchè per conoscere la propria longitudine si deve certamente conoscere il mondo in cui si naviga . 
Oggi, questo studente, si è immerso un mondo ancora non scoperto conoscendo un nuovo oggetto fondamentale per l'evoluzione tecnica e mentale dei propri antenati, capendolo da un semplice ed umoristico fumetto (Step 21) che fa sicuramente trasparire tanta verità e la grande storia dell'oggetto studiata anche nei diversi grafici (Step 24) proposti durante il percorso. conoscendo così le sue radici e la tassonomia (Step 14) facendosi schematizzare (Step 27) in un modo contorto e complesso dove ogni voce era un possibile link con tutte le altre disponibili, ma facendosi rileggere anche sotto forma di abbecedario. (Step 19)
Un oggetto che non ha solo fatto parlar di sè ma ha anche fatto esprimere il sottoscritto con dei suoi oggetti (Step 25), personali ed intimi, dei ricordi o degli auguri di una vitta ancora giovane.
Un oggetto che innanzitutto però ha fatto scoprire sé stesso (Step 1).

sabato 9 gennaio 2021

STEP 27
LA MAPPA CONCETTUALE



 


STEP 26

LA STRANA "CHIMICA" DEL CRONOMETRO MARINO
Non ci sono vere e proprie reazioni chimiche che stabiliscono il funzionamento del cronometro marino, in quanto il funzionamento di quest’ultimo è basato su un lavoro meccanico di diversi ingranaggi, nonostante ciò però ci sarebbero da sottolineare diverse problematiche che hanno condizionato il suo funzionamento soprattutto in passato.
Ad oggi il cronometro marino sia esteticamente che funzionalmente è un orologio standard ma con delle funzionalità più avanzate grazie anche alla tecnologia GPS.
Nel passato invece si necessitava di un materiale resistente e a basso attrito che era fondamentale ed Harrison dopo gli esperimenti “fallimentari” di H1, H2, H3 ed H4 decide di optare per dei pallet in diamante, materiale considerato hi-tech per l’epoca.


Fonti:
https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/00033790701619675
https://watchesbysjx.com/2019/09/john-harrison-marine-chronometer-h4-diamond-pallets.html

STEP 25
UNO STRANO STUDENTE







Passato: nonostante faccia ancora parte della mia vita la Playstation caratterizza il mio passato, da amante dei videogiochi mi ha aiutato ad immergermi in questi altri mondi alimentando la mia fantasia. Oggi ci gioco ancora ma dati gli impegni molto meno e sono un grande difensore morale di quest’ultima etichettata spesso ingiustamente come diseducativa.

Presente: la tazzina di caffè non indica che io sia un’amante di quest’ultimo o che sia vitale per la mia routine giornaliera, ma, data la mia giovane età e dato anche il brutto periodo che stiamo vivendo tutti, una tazza di caffè con gli amici possa risollevare il morale e scaricare lo stress. Rappresenta il mio presente perché, soprattutto prima della pandemia, era diventato quasi un gesto quotidiano, più simbolico che funzionale.

Futuro: per il futuro devo assolutamente scegliere una tavoletta grafica, mille idee, mille progetti in testa che potranno realizzarsi soprattutto grazie a questo strumento col quale spero di lavorare tanto sia oggi che domani.


STEP 24
LA PAROLA NELLA STORIA











In primo luogo ho cercato “marine chronometer” (cronometro marino) con dei risultati che hanno stravolto le mie aspettative. Nonostante i numeri rimangano sempre abbastanza bassi mi aspettavo che la curva fosse una parabola discendente e invece contro ogni pronostica vede delle enormi crescite alternate a grandi discese. La punta più alta si vede il 1882. Sorprende decisamente la sua risalita a partire dall’inizio dell’ultimo millennio in quanto, data la “rarità” dell’oggetto mi aspettavo un risultato decisamente più basso.

Dal punto di vista contenutistico nel 1800 è presente quasi esclusivamente in cataloghi e guide delle varie mostre tra cui la Great Exhibition per poi essere menzionato nei magazine a partire dal 1900 e finire con dei libri dedicati nell’ultimo millennio.

















Il secondo step ha visto protagonista della ricerca “chronomter” (cronometro), per mettere a confronto l’ambito generale con quello specifico, e sorprendendomi nuovamente i risultati hanno mostrato come la parola chrononmeter negli ultimi due secoli sia nettamente crollata quasi a picco. Anche qui la sua presenza è rilegata a manuali e libri dedicati. Mi aspettavo che lo schema del marine chronometer e del chronometer fossero invertiti.

















Un crollo ancora più drastico lo subisce la parola “longitude” che dal 1800 al 2019 vede un crollo verticale della sua presenza. Unico schema a rispettare le mie aspettative. La sua presenza a livello contenutistico è spesso relegata a manuali d’uso, soprattutto nel passato, mentre negli ultimi anni è entrata a far parte di libri educativi e romanzi storici.

STEP 23
LE NORMATIVE
Per stabilire la precisione di un cronometro ogni casa produttrice utilizza dei propri test con delle proprie certificazioni, così da poterli mettere sul mercato, anche se la certificazione più affidabile è la COSC (Contrôle Officiel Suisse des Chronomètres).
I cronometri antichi non avevano una determinata certificazione da rispettare ma il parlamento britannico emanò il LONGITUDE ACT che istituì il BOARD OF LONGITUDE, ovvero una serie di premi per chi trovasse il metodo per misurare la longitudine in maniera efficiente una volta che si era in mare aperto, ovviamente questi premi furono vinti da John Harrison.

Fonti:
https://www.gearpatrol.com/watches/a353470/chronometer-watches-explained/
https://en.wikipedia.org/wiki/COSC
https://en.wikipedia.org/wiki/Longitude_Act


STEP 22
MANUALE D'USO
Non c’è una vera e propria procedura che l’uomo deve attuare per utilizzare il cronometro marino, infatti quest’ultimo utilizza diversi strumenti per ottenere la posizione in cui si è e quindi determinare anche l’ora, per esempio il sestante (di cui si riporta l’immagine) è utile per scoprire la longitudine della propria posizione, ma il vero problema era scoprire la longitudine (si parla al passato dato che i cronometri marini moderni utilizzano un sistema GPS che digitalizza completamente questa procedura rendendola più accessibile).
Quindi come si misura la longitudine potendo così essere a conoscenza della propria posizione e dell’ora?
Lo si può vedere nel video qui presente, dove tramite l’utilizzo di un esempio specifico viene spiegato il funzionamento. (Il video è in inglese ma i sottotitoli generati da YouTube sono molto utili per la comprensione).


STEP 21
FUMETTO


Si propone qui una vignetta umoristica che sottolinea un po' ironicamente l'importanza dell'invenzione di Harrison, eppure nonostante la leggera satira è un buon spunto di riflessione.

Fonte:
https://www.smbc-comics.com/comic/longitude

STEP 20
IL TRIDENTE
Il mitologico tridente di Poseidone è presente in diversi marchi commerciali ma in generale incarna perfettamente l'anima del cronometro marino, o meglio, il suo acerrimo nemico, dato che come narrano le leggende il tridente veniva scagliato da Poseidone per provocare tempeste e maremoti, mentre il compito del cronometro marino era quello di conoscere la longitudine della propria nave nonostante tutti i suoi movimenti dovuti alle onde.

STEP 19
ABBECEDARIO

Aurore, prima nave su cui venne utilizzato un cronometro marino
Board Longitude, ente che pubblica il libro “The principles of Mr. Harrison’s time-keeper”
Chiave ubriaca
Diametro, l’orologio di Harrison passò dall’essere molto ingombrante fino ad un orologio da tasca con un diametro di 12 cm
East Indiaman Arniston, nave affondata per non aver utilizzato il cronometro marino
Forza centrifuga
, ciò che impediva agli orologi H1 e H2 di funzionare correttamente
Greenwhich, la meridiana a cui fa riferimento per segnare l’ora
H1, H2, H3, H4
IWC, o anche International Watch Company, produttore di orologi di lusso tra cui cronometri marini
Longitudine, il nome del premio per chi avrebbe trovato
un metodo di determinazione della longitudine in mare
Meccanica, la famiglia di cui fa parte
Navigazione celeste, viene così chiamata il tipo di navigazione che usa questi precisi cronometri
Ora, è pur sempre un orologio
Pendolo, elemento assente nel cronometro marino in quanto inutile per tenere il tempo durante le navigazioni
Quarzo, materiale con il quale il prodotto è realizzato
Royal Navy, forza navale inglese che capì l’importanza dello strumento 

STEP 18
FRANCOBOLLI
Si mostrano qui di seguito i quattro francobolli dedicati al cronometro marino.


24p Quadrante in smalto decorato
28p Scappamento, Remontoire e Fusee
33p Bilanciamento, molla e compensatore di temperatura
39p Parte posteriore del movimento


Realizzato in occasione del 300° anniversario della nascita di John Harrison
Realizzate nel 1993, rese pubbliche il 16 febbraio
Progettate da Howard Brown
Dimensioni: 35 x 37 mm
Stampate da The House of Questa tramite la tecnica di Offset Lithogrpahy


Fonti:
https://www.collectgbstamps.co.uk/explore/issues/?issue=41


STEP 17
I BREVETTI
Di seguito vengono due brevetti per alcuni meccanismi di funzionamento del cronometro marino

Brevetto US2501266A
Doppio binario di fuga e sistema di protezione
(
https://patents.google.com/patent/US2501266?oq=marine+chronometer)



Brevetto US2425602A
Supporto cantilever per strumenti portati con gimbal
(
https://patents.google.com/patent/US2425602?oq=marine+chronometer)

venerdì 8 gennaio 2021

STEP 16
ANATOMIE
Nelle seguente immagini è possibile osservare le diverse parti che compongono un cronometro marino non solo tramite disegni tecnici o schemi di funzionamento ma anche con vere e proprie foto





Fonti:
https://watchesbysjx.com/2020/08/marine-chronometer-barraud-weight-middle-temperature-error.html
https://quillandpad.com/2016/12/29/derek-pratts-reconstruction-john-harrisons-h4-worlds-first-precision-marine-chronometer-part-1-3/
https://www.lindahall.org/john-harrison/

STEP 15
LA LOTTERIA DEL CRONOMETRO MARINO: I NUMERI
12: i numeri segnati sul cronometro marino, data la sua natura da orologio
24: il numero di ore che segna per la giornata
60: il numero di minuti che segna per la giornata
1: la chiave ubriaca
4: i modelli fatti da Harrison
1530: La scienziata Gemma Frisius è la prima a proporre l’uso di un determinato cronometro per la navigazione
1714: anno in cui Jeremy Thacker conia il termine “cronometro”
1741: completamento orologi H1 e H2 da parte di John Harrison
1748: Pierre Le Roy inventa lo scappamento ad arresto caratteristico dei cronometri moderni
1759: completamento H3
1761: anno ufficiale riportato per l’invenzione e anno di rilascio dell’H4
1825: Royal Navy fornisce le sue navi di cronometri

Fonti:
https://en.wikipedia.org/wiki/Marine_chronometer

STEP 14
TASSONOMIA
Vediamo qui il complesso delle regole e dei sistemi dietro ad un cronometro marino


Non c'è fonte in quanto a seconda delle ricerche effettuate per i vari step ho cercato personalmente di spremere le meningi per creare uno schema che definisse la tassonomia.


 STEP 13
PUBBLICITÀ
Dopo una ricerca su Google e Pinterest questi sono i risultati per le diverse pubblicità del cronometro marino:




Si può notare come siano presenti le locandine pubblicitarie per questo prodotto anche in un lasso di tempo così grande.

STEP 12
"LONGITUDE"
Un film ispirato al libro di Dava Sobel uscito all'alba del nuovo millennio nell'anno 2000 dedicato completamente alla grandissima invenzione di Harrison. Durata: 200 minuti.
In allegato il trailer del film.


STEP 11
I COSTRUTTORI
La necessità di trovare una soluzione per conoscere la longitudine sulle navi era impellente e i costruttori principali del passato erano orologiai o comunque menti singolari come Pierre Le Roy o lo stesso Harrison, mentre oggi abbiamo diversi marchi, si riportano qui i più conosciuti:




- Ulysse Nardin

- Hamilton

- Omega


STEP 10
BIBLIOGRAFIA
Elenco qui di seguito i libri trovati dalla ricerca su Google ed Amazon:


"The Marine Chronometer
Its History and Development"
- Rupert T. Gould



"Marine Chronometers at Greenwich"
- Jonathan Betts



"Longitude"
- Dava Sobel


"The Quest for Longitude"
- William J.H. Andrewes



"Chronometer Makers of the World"
- Tony Mercer


Questi sono i principali.




 STEP 9
JOHN HARRISON
Nonostante ci siano stati diversi tentativi da parte di molte menti geniali, la paternità di questo prodotto va sicuramente ad uno di loro in particolare.
Definito da molti “testardo orologiaio di provincia”, John Harrison passa quasi come una figura anonima tra i tanti inventori decantati dalla storia. Sviluppa un intero orologio in legno già in giovane età, per poi dimostrare tutto il suo genio riesce a distinguersi con l’invenzione del’H1, non contento però del risultato e delle prestazioni lo migliora, non una, non due, ma ben tre volte finendo col suo modello tascabile H4.
Oltre ai suoi H (diminutivo di Harrison) costruisce anche il Kendall 1.
Nato a Foulby nel 1693 dimostra la sua propensione verso questo tipo di lavoro e il suo genio già in giovane età.



Un personaggio tanto simile a chi come lui ha scritto la storia ma anche così singolare nella sua storia.

STEP 8
I MATERIALI

I materiali che caratterizzano il cronometro marino sono cambiati con il passare del tempo e con l’evoluzione della società, infatti, parlando degli ultimi prototipi, a seconda dei modelli, si sente parlare di quarzo, acciaio inossidabile (specificatamente 316L, per permettere una maggiore resistenza alla ruggine), titanio e persino oro.
Tornando però alle origini, sicuramente è da analizzare l’H4 di Harrison, dato che i suoi precedenti sono ancora molto rudimentali.
L’H4 è costituito da parti in ottone, acciaio, argento, diamante, rubino, smalto, rame e vetro. Come possiamo notare, questi materiali permettono di dare determinate caratteristiche all’oggetto, infondendogli resistenza dal punto di vista meccanico, tenacità, ma anche resistenza alla ruggine.
Nonostante ciò per la realizzazione di quest’ultimo è stata di fondamentale importanza l’utilizzo del quarzo. 

Fonti:
https://marinechronometer.co.uk/index.php/technical-information/materials
https://americanhistory.si.edu/collections/search/object/nmah_856140
https://en.wikipedia.org/wiki/Marine_chronometer#:~:text=Modern%20marine%20chronometers%20can%20be,can%20be%20lost%20or%20blocked.
https://collections.rmg.co.uk/collections/objects/79142.html


STEP 7

IL MITO DEL "POMANDRO"
Si dice che abbia venduto un "Pomandro dorato a tutti gli effetti con meccanismo a orologio"
Partendo da questa curiosa frase, estrapolata da un sito di cui riportiamo il link, si parla di un “mito particolare”, ovvero quello dell’Uovo di Norimberga. Questa particolarità nasce, come si può notare dal suo nome, in quanto dal fatto che fosse un orologio molto simile ad un uovo date le sue forme, tanto che, nelle vecchie epoche la gente non riusciva a capire come il meccanismo di un orologio potesse avere una forma del genere. Come mai l’uovo di Norimberga viene categorizzato come cronometro marino?
In realtà non è un vero e proprio cronometro marino, ma può essere quasi considerato un predecessore, in quanto era un esemplare di orologio, che nelle differenti condizioni in cui veniva utilizzato, aveva un ritardo di pochi secondi, simulando in parte la precisione del cronometro marino.

Fonte:
https://it.qaz.wiki/wiki/Nuremberg_eggs




STEP 6

C'É UN NUOVO SIMBOLO IN CITTÀ

Il suddetto simbolo è stato creato con il programma Illustrator data una ricerca con scarsi risultati:
Questo simbolo è stato concepito con la volontà di essere uno “sticker” da leggenda, uno dei classici simboli utilizzati spesso dai designer, per esempio, per concepire una legenda spiegando con una semplice immagine il funzionamento e i significati nascosti della tavola.
Ciò che differenzia il simbolo di un cronometro marino da un semplice cronometro è la chiave ubriaca in fondo, parte fondamentale dell’oggetto nel passato, poi “digitalizzata” negli ultimi tempi.
Inoltre la linea con freccia rossa non indica solo il passare del tempo ma proprio il movimento tortuoso al quale il cronometro marino è sottoposto durante i suoi viaggi su una nave.






STEP 5

MA QUANDO LA NAVE BALLA?
Il principio dietro il funzionamento di un cronometro marino è essenzialmente identico a quello di un classico orologio con qualche particolare differenza in qualche meccanismo di funzionamento, ovvero uno scappamento cronometro staccato e sospeso, giunti cardanici (una serie di anelli collegati da cuscinetti) in bilico in modo da rimanere orizzontale qualunque sia l'inclinazione della nave. È così salvaguardato da quelle alterazioni di posizione che incidono leggermente sul cronometraggio anche dei migliori orologi. Inoltre, differisce in qualche modo nel suo meccanismo dall'orologio ordinario, dalla molla del bilanciere a spirale e dalla leva di scappamento di quest'ultimo essendo sostituito da una molla del bilanciere elicoidale e un dente di arresto a molla, o scappamento cronometro. In un cronometro questa forma di scappamento è meccanicamente superiore a qualsiasi altra e non necessita di oliatura se non in corrispondenza dei perni, ma non è adatta all'uso in orologi da tasca, perché è molto fragile ed inoltre, se data una torsione più o meno circolare, può "inciampare", provocando un rapido guadagno. Al fine di equalizzare la forza della molla, quasi tutti i cronometri sono dotati di un fusibile (una puleggia scanalata a forma di cono) e di un bilanciere di compensazione del cronometro, con il quale vengono praticamente annullati gli effetti del caldo e del freddo sul cronometraggio. Con questi dispositivi il cronometro di solito fornisce un cronometraggio accurato entro 0,5 secondi al giorno.











STEP 4
GEOGRAFIA E MECCANICA

Il cronometro marino, per il suo funzionamento segue i principi della:

-     GEOGRAFIA, (dal latino geographia,) è la scienza che ha per oggetto lo studio, la descrizione e la rappresentazione della Terra nella configurazione della sua superficie e nella estensione e distribuzione dei fenomeni fisici, biologici, umani che la interessano e che, interagendo tra loro, ne modificano continuamente l'aspetto.
INGEGNERIA MECCANICA, è un ramo dell'ingegneria che applica principi di fisica, di scienza dei materiali e di altre discipline inerenti la progettazione di componenti e sistemi meccanici.

Fonti:
https://science.howstuffworks.com/dictionary/astronomy-terms/chronometer-info.htm
https://it.wikipedia.org/wiki/Geografia
https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/00033797800200391?journalCode=tasc20
https://it.wikipedia.org/wiki/Meccanica_(fisica)


STEP 3
IL GLOSSARIO

Il cronometro marino si presenta in diverse forme, a seconda del tipo e a volte anche la marca che lo produce ma le sue parti principali che permettono il funzionamento di un qualsiasi prototipo sono:
Per la chiave detta “ubriaca” o “brilla” ci vuole:
- molla a spirale
- albero di avvolgimento
- molla elicoidale
- manopola con perno conico
Per il corpo invece:
- unità di scappamento (diviso in una moltitudine di minimi pezzi)
- unità di fermo (““)
- unità di bilanciamento (“”)
- piastra a treno
- cricchetto
- diverso tipo di viti
- asta della bilancia
- pietra bucata
- pietra terminale
-pietra di bloccaggio
- collare del personale
- boccola
- elemento a raggio del bilanciere
- stafi
- dadi di regolazione lordi
- dadi di regolazione fine
- lama di arresto
-piede di arresto
[…]
Come si può notare l’oggetto in questione ha un meccanismo assai complesso caratterizzato da diverse unità che collaborando tra loro, nelle sue più minuziose parti, portano al funzionamento della macchina:
Il resto delle parti è consultabile nei seguenti link.

Fonti:
https://chronometerbook.com/category/8-chronometer-key/
https://patents.google.com/patent/US2501266?oq=marine+chronometer


STEP 2
I VECCHI MODELLI


 Prototipo di Pierre Le Roy



H1




H2




H3




H4

(https://www.orologidiclasse.com/storia-cronometri-da-marina/)

Come si può notare ci sono stati diversi prototipi proposti nel tempo ma quelli che sono riusciti a passare alla storia vincendo anche diversi premi (che vedremo dopo) sono quelli di mr. Harrison.
Sono qui elencati i suoi 4 modelli di cui l'H4 è quello definitivo.

 

STEP 1
CRONOMATRO MARINO? SCOPRIAMOLO!

Il cronometro marino, realizzato dall’ anonimo artigiano John Harrison, è un orologio portatile, rivelatosi sufficientemente preciso ed accurato, che a differenza dei classici orologi a pendolo che esprimevano la loro massima efficienza a terra, riusciva a misurare la longitudine anche su una nave in pieno mare misurando accuratamente l'ora di una posizione fissa nota, ad esempio l'ora di Greenwich (GMT) e l'ora della posizione corrente, rappresentando così una vera e propria svolta nel campo della scienza.
La parola cronometro deriva da χρόνος (khrónos, “tempo”) + μέτρον (métron, “misura”); ovvero misura del tempo.
E invece come si traduce?
ENG: Marine Chronometer
FRA: Chronomètre Marine
SPA: Crònometro Marino
POR: Cronometro Marinho
TED: Marine Chronometer
CIN: 船用天文钟

Fonti:
http://www.accademiadelsestante.it/wordpress/lastronavigazione/il-cronometro-marino/ https://en.wikipedia.org/wiki/Marine_chronometer

STEP 28 LA SINTESI FINALE Il cronometro marino è un oggetto che non fa sicuramente parte di quel gruppo di attrezzi più conosciuti ed utiliz...